martedì 25 ottobre 2011

[Cinema] Melancholia: l'ultimo capolavoro di Lars Von Trier

Era solo una questione di tempo. Prima o poi l’odio cosmico che Lars Von Trier nutre nei confronti dell’umanità,sé stesso compreso, si sarebbe risolto in un benservito cinematografico raccontato in pompa magna, come solo lui sa fare. È il giorno delle nozze per la giovane e bella Justine (Kirsten Dunst). Sua sorella Claire (Charlotte Gainsbourg) e il cognato John (Kiefer Sutherland) le hanno organizzato un matrimonio perfetto, programmato minuto dopo minuto. Ma le cose non sembrano andare per il verso giusto. Durante i festeggiamenti la sposa è spesso assente, sia mentalmente che fisicamente. C’è qualcosa che la turba e tutto sembra essere collegato ad un minaccia che sta incombendo sulla Terra, rappresentata da un pianeta, chiamato Melancholia, che si sta avvicinando in maniera sempre più pericolosa. 

Un prologo, due capitoli, una narrazione dalla complessissima semplicità. Von Trier divide la pellicola in due sezioni, separando in maniera avveduta anche la narrazione: se nel primo segmento è dal punto di vista di Justine, nel secondo è da quello di Claire. Justine e Claire sono due sorelle diversissime, ma accomunate da un elemento di fondo che rivela la mano del regista per la scrittura di entrambi i personaggi: sono infatti due donne esasperate, depresse, malate nel profondo dell'animo. Justine è più istintiva, egocentrica, imprevedibile, mentre Claire è giudiziosa, altruista (mette in salvo prima la sorella e poi il figlioletto) e fatalista; la prima è troppo umana, la seconda troppo naturale. 

 
Come ogni vero artista, il regista danese dipinge e in questo modo esorcizza i suoi demoni personali. Personali e universali, raccontando di quella molle e romantica inclinazione al mal di vivere che ben conosce e che regala possibilità d'ispirazione tanto magnifiche quanto inquietanti. E Melancholia è esattamente quello, è magnifico e inquietante. La tensione aumenta ed e' questo aspetto, a mio giudizio, la vera riuscita del film: catturare lo spettatore con l'angosciosa agonia della terra raccontata attraverso le due sorelle più che rappresentata. Von Trier riprende vari elementi del suo cinema passato, li accosta e li rielabora. 

Come pochi altri autori ad ogni nuovo lavoro sembra suonare uno strumento diverso, conservando una tonalità che lo contraddistingue.